L’antiossidante segreto delle bacche di maqui
Chiamate anche “mirtilli della Patagonia”, le bacche di maqui, dal sapore dolce e dal colore blu scuro crescono spontaneamente in Cile e in Argentina. Maturano in condizioni atmosferiche proibitive: freddo, forti venti e ad un’altitudine che arriva anche a 2.500 metri. Per questo l’arbusto dal nome botanico Aristotelia Chilensis, si difende producendo una maggiore quantità di delfinidine, un polifenolo idrosolubile, sottogruppo delle calcidinine che sembra abbia il massimo potere antiossidante riscontrato in natura. È stimato che la delfinidina sia presente nelle bacche di maqui in una misura pari al 70% dei polifenoli presenti. Ciò conferisce a questo particolare antiossidante una maggiore capacità di riparare i danni ossidativi del DNA causati dall’attacco dei radicali liberi. Inoltre le delfinidine vanno a “liberare” la proteina Nrf2 che si trova nel citoplasma di ogni cellula ed è un fattore di trascrizione delle informazioni contenute nel DNA, normalmente inattiva perché legata ad un inibitore. Una volta libera, la proteina è in grado di svolgere al meglio la sua funzione protettiva e antiossidante sulla cellula e su tutto l’organismo.